Regia di Ferenc Török.
Un film con Péter Rudolf, Eszter Nagy-Kalozy, Bence Tasnádi, Tamás Szabó Kimmel, Dóra Sztarenki. Titolo originale: 1945. Genere Drammatico – Ungheria, 2017, durata 91 minuti.
GIRATO IN UNO SPLENDIDO BIANCO E NERO IL FILM SI ARTICOLA SU TRE PIANI PARALLELI CHE COSTRUISCONO L’AZIONE.
C’è la celebrazione di un matrimonio di convenienza tra il figlio del vicario, nonché droghiere del villaggio, che viene turbata dalla notizia dell’arrivo dei due misteriosi ebrei di cui osserviamo il procedere a piedi dietro il carro che porta le due casse.
In un afoso giorno di agosto del 1945, mentre gli abitanti di un villaggio ungherese si preparano per il matrimonio del figlio del vicario, un treno lascia alla stazione due ebrei ortodossi, uno giovane e l’altro più anziano. Sotto lo sguardo vigile delle truppe di occupazione sovietiche i due scaricano dal convoglio due casse misteriose e si avviano lentamente verso il paese. Il precario equilibrio che la guerra appena terminata ha lasciato sembra ora minacciato dall’arrivo dei due ebrei.
1945 è tratto da un racconto (“Homecoming”) dello scrittore ungherese Gábor T.Szántó, i cui saggi e racconti brevi sono stati tradotti in diverse lingue e inseriti nell’antologia americana Contemporary Jewish Writing in Hungary (Paperback, 2003) ma il film non ha nulla di ‘letterario’.
Tratto dal racconto “Homecoming” di Gàbor T. Szàntò, ha vinto vari premi tra cui l’Avner Shalev Yad Vashem, il premio per il Miglior regista al Berlin Jewish Film Festival e il Primo Premio della Critica Cinematografica Ungherese nel 2018. «Un thriller psicologico di dostoevskiana memoria quello che Ferenc Török crea intorno all’Olocausto in “1945”. Una storia di colpe personali, che diventano rappresentanze, in piccolo, di una colpa molto più vasta, quella di una nazione (in questo caso l’Ungheria) ma anche di un’Europa intera, oggi, ancora, come un tempo» scrive Katia Dell’Eva in “Cineforum”. Il film è girato in forma di western con i tempi e i ritmi di questo genere, ed ha una struttura narrativa in cui ironia e malinconia si sovrappongono in crescendo. Il film “1945” costituisce una riflessione sulla colpa e sulle conseguenze del male girato con sobrietà e garbo.